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Shortly about us
Martiria is an epic/doom metal
rock band formed back in the '80s and re-founded (after
a long pause) in 2002. Seven album published (last one R-Evolution, with ex Black Sabbath Vinny Appice - 2014).
The band was formed back in the '80s. At the beginning the
band was very much oriented towards Doom/Metal sounds such
as: early Candlemass and Black Sabbath. After releasing
just a few demos and featuring various musicians, in 1998
the members of the group decide to take a break for a while
in order to experience different projects. (continue) |
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& booking
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Reviews & Interviews
Reviews
/ Interviews
Album:
R-Evolution (
2014 )
REVIEW
Date:
June '14
Author:
Francesco Faniello
Vote:
90%
Language:
Italian
Website:
http://www.rawandwild.com
Direct link: click
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... il brano che chiude la tracklist in maniera maestosa e assolutamente conforme alle più rosee aspettative. Non c’è nulla da fare: sono sempre di parte quando si parla di questa band ...
I Martiria tornano nella consueta forma con il loro sesto disco in studio, “R-Evolution”. Notizia di per sé succulenta e foriera di grandi aspettative, a cui si aggiunge l’avvicendamento dietro il microfono tra Freddy e Flavio Cosma, e soprattutto Vinnie Appice ospite di lusso dietro le pelli, sicuramente uno dei più quotati musicisti in ambito “oscuro”, dotato com’è di quello stile unico e roboante noto al grande pubblico sin da “Mob Rules” dei Black Sabbath (anno di grazia 1981). Vi dirò che avevo atteso questo disco con ardore, quasi alla stregua di come avevo fatto in epoche lontane per i vari album di Megadeth e Metallica. Attese il cui compimento a volte si era rivelato degno di tale sforzo, a volte aveva deluso completamente le aspettative riposte. Ecco perché alla fine ho concluso che non c’era nulla da attendere, perché i Martiria non hanno bisogno di conferme. Per fare un esempio, l’inizio sin troppo in medias res di “King Of Shadows” è in realtà la conferma di questa mia affermazione: in questo caso, non c’è intro che tenga, nessuno specchietto per le allodole, e il fatto di essere abituati a sentire brani del genere a metà tracklist non significa nulla, in realtà. I Martiria hanno scelto la propria opening track probabilmente secondo un principio di linearità basato anche sui testi, e tanto basta. A proposito dei testi, ciò che rende poderosa la formula di “R-Evolution” è di certo un marchio musicale indelebile, al quale però non si può non accostare una ricerca minuziosa dal punto di vista testuale, come sempre ad opera di Capelli, storico paroliere della band. È così che una processione di personaggi reali o fittizi riempie i solchi virtuali di queste tredici tracce, da Orfeo a Tennyson, dalle streghe di Salem ad Erich Zann, tutti riassunti nella straordinaria sintesi del poeta. Ma torniamo alla musica, e alle gemme di cui questo disco è disseminato: la marziale “Steam Power” ha qualcosa di quelle atmosfere care anche ai Rhapsody, ma non fraintendetemi: nessuna concessione al power metal è qui presente, e si tratta piuttosto del comune terreno di epicità che a volte porta filoni diversi ad incrociarsi. Lo stesso discorso vale per “The Viol and The Abyss”, mentre “Southern Seas” è la prima track realmente “evocativa” del lotto, in cui il sound di Menario e Maniscalco è pienamente riconoscibile. Questi sono i Martiria, in grado di concedersi alla pomposità di “Salem” e al contempo di far leva sulla liricità dell’attacco plumbeo di “The Road Of Tenochtitlan” (in pieno stile “On The Way Back”) per poi diluirne l’assalto in un break guidato dagli archi, di lanciarsi nella cavalcata speed di “Grim Reaper” e di assumere connotati anthemici sulla tambureggiante title track. Va inoltre detto come la performance del nuovo innesto Flavio Cosma appaia perfettamente all’altezza di quel Rick Anderson che aveva cantato sui primi quattro dischi dei Martiria e che ora è tornato alla casa madre dei maestri Warlord: non resterebbe dunque che attendersi un’intensa attività live di supporto a “R-Evolution”, per quanto la pur illustre ospitata di Appice dietro le pelli sia al contempo il segno di un intento più “orientato” alla dimensione in studio. Non resta che consolarci con il disco, che trova la sua quadratura del cerchio nella solenne “Tsushima”, il brano che chiude la tracklist in maniera maestosa e assolutamente conforme alle più rosee aspettative. Non c’è nulla da fare: sono sempre di parte quando si parla di questa band…
©
Francesco Faniello
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