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Shortly about us

Martiria is an epic/doom metal rock band formed back in the '80s and re-founded (after a long pause) in 2002. Seven album published (last one R-Evolution, with ex Black Sabbath Vinny Appice - 2014).

The band was formed back in the '80s. At the beginning the band was very much oriented towards Doom/Metal sounds such as: early Candlemass and Black Sabbath. After releasing just a few demos and featuring various musicians, in 1998 the members of the group decide to take a break for a while in order to experience different projects. (continue)

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Reviews & Interviews
Reviews / Interviews

Album: The Eternal Soul REISSUE ( 2013 )

REVIEW

Date: October '13
Author: Francesco Faniello
Vote: 80%
Language: ITALIAN
Website: http://www.rawandwild.com
Direct link: click here

Il debut dei Martiria mostra sin dall’incipit l’essenza del loro sound: per quanto sia difficile descrivere le sensazioni legate all’ascolto dei dischi della band, ribadisco in questa sede che le loro composizioni appartengono alla dimensione onirica più che a questo o a quell’altro filone del metal


Lodevolissima operazione della My Graveyard Productions, che marchia a fuoco la ristampa del primo album dei Martiria, “The Eternal Soul”, uscito originariamente per la Hellion Records nel 2004. In attesa del ritorno discografico del combo romano (con un nuovo album che si preannuncia l’ennesima bomba e che sembra vedrà dietro le pelli Mr. Vinnie Appice di sabbathiana memoria) non c’è niente di meglio che rinfrescare la memoria con il primo seminale disco, qui in una pregevolissima edizione in digipack che include anche l’esibizione al Play It Loud di Bologna nel 2009, in occasione del tour di supporto al terzo album “Time of Truth”.
Il debut dei Martiria mostra sin dall’incipit l’essenza del loro sound: per quanto sia difficile descrivere le sensazioni legate all’ascolto dei dischi della band, ribadisco in questa sede che le loro composizioni appartengono alla dimensione onirica più che a questo o a quell’altro filone del metal, per quanto siano legate a doppia mandata alla tradizione del doom europeo e all’epic statunitense. Responsabile di una simile matrice è sicuramente il chitarrista e leader fondatore Andy Menario, autore di preziose partiture sia in ambito elettrico che acustico, coadiuvato in questa sede da quello che per anni è stato il tratto distintivo dei Martiria, la timbrica pacata di Rick Anderson, alias Damien King III, singer dei Warlord recentemente tornato alla corte di Bill Tsamis. L’impressione che si ricava dall’ascolto di “the Eternal Soul” è quella di una band sicuramente più “diretta” e legata alla tradizione di Warlord e Lordian Guard di quanto i lavori successivi possano far sospettare, con Menario autore di una serie di linee di chitarra che costituiscono la vera e propria spina dorsale delle tracks incluse, e con la voce di Anderson che assume una solennità quasi “religiosa”. Tra i valori aggiunti di un disco che ripercorre tematiche a metà tra romanità e spiritualità (come sottolineato anche dalla bellissima copertina) troviamo la fisarmonica di Monica Ficarra in “The Ancient Lord” e “Celtic Lands” (il cui feeling francese ma anche un po’ gitano è quasi teso a sottolineare in maniera inconsueta il carattere inclusivo dell’Impero…), uno strumento che si inserisce alla perfezione nell’incedere evocativo e solenne di “Celtic Lands”, creando un piacevole contrasto. Da citare anche le rocciose “The Most Part Of The Men” e “Arthur”, l’incipit degno dei Warlord e le vocals dal sapore orientale di “The Grey Outside”, la riscrittura di alcuni dei canoni dell’epic per mezzo di linee vocali inusuali di “Romans and Celts” e soprattutto l’epica coda di “Winter”, che beneficia dell’apporto del coro. E il live? Dico subito che dev’essersi trattato di una delle poche (se non l’unica) occasione in cui la band si è esibita dal vivo con Anderson alla voce, e ciò non fa altro che aggiungere valore al prodotto in questione. Prodotto senza orpelli o aggiunte in post-produzione, il dischetto registrato al Play It Loud III consta di sette tracce tra cui spiccano l’epicissima e maestosa “The Cross”, una scatenata versione di “The Most Part Of The Men”, nonché il feeling “liturgico” di “Prometeus” e la bellissima “Give Me A Hero”, entrambe tratte dall’allora ultimo disco della band. Direi che forse a fine tracklist la voce di Anderson mostra un po’ di stanchezza, ma il dato che emerge con evidenza è la grande umiltà di questo magnetico singer, giunto per l’occasione in Italia appositamente per dare un volto live ad un progetto nato “a distanza”. Torno in attesa del prossimo capitolo in casa Martiria, con la rinnovata speranza di intercettare la band dal vivo in prima persona quanto prima…

© Francesco Faniello

 

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