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Martiria is an epic/doom metal rock band formed back in the '80s and re-founded (after a long pause) in 2002. Seven album published (last one R-Evolution, with ex Black Sabbath Vinny Appice - 2014).

The band was formed back in the '80s. At the beginning the band was very much oriented towards Doom/Metal sounds such as: early Candlemass and Black Sabbath. After releasing just a few demos and featuring various musicians, in 1998 the members of the group decide to take a break for a while in order to experience different projects. (continue)

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Reviews & Interviews
Reviews / Interviews

Album: The Eternal Soul ( 2004 )

REVIEW

Date: July '06
Author: Duccio Tampucci
Vote: 60%
Language: Italian
Website: https://www.hardsounds.it
Direct link: click here

Altra recluta della legione italica a difesa del vero epic metal di un tempo, i Martiria vengono da Roma e sono balzati subito all’occhio degli appassionati per la presenza in formazione di Rick Anderson, cantante che un tempo militava negli storici Warlord, anche se in quel periodo il gruppo non lasciò alcuna testimonianza della sua attività. Il gruppo di riferimento principale sono quindi i Warlord, anche se francamente mi risulta faticoso scomodare questo nome per "The Eternal Soul". Quello dei Martiria è un epic metal blando, farcito di melodia e penalizzato da una produzione che, seppure oggettivamente ben fatta, è di stampo decisamente troppo “pop” per il genere in questione. Brani ariosi e atmosfere suggestive sono la formula generale dell’album, dalla quale non ci si discosta mai più di tanto e che per questo risulta non di rado un po’ ridondante. La voce è paradossalmente la più grande delusione del progetto… A tratti fiacco, a tratti eccessivo negli acuti e sempre e comunque troppo mieloso per una musica che narra di battaglie epiche e tempi barbari, Rick Anderson lascia a desiderare sia in quanto a tecnica che in termini di timbro e stile, in tutto e per tutto coerente all’impronta pop che è stata conferita al disco in questione. Per il resto cori lirici, tastiere e strumenti alternativi lasciano il tempo che trovano, ma tutto questo è un vero peccato, perché non si può negare che canzoni come “Arthur” e “Celtic Lands” godano di un ottimo riffing e di idee eccezionali a livello compositivo. Insomma, in questo disco quello che non convince non è tanto la sostanza quanto la forma. Le idee ci sono, basta che i musicisti si ricordino di dover suonare heavy metal e il gioco è fatto! Se siete appassionati del genere dategli comunque un ascolto, altrimenti date la priorità a "Broken History" degli Adramelch per capire questo lato romantico dell'epic metal.

© Duccio Tampucci

 

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