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Shortly about us

Martiria is an epic/doom metal rock band formed back in the '80s and re-founded (after a long pause) in 2002. Seven album published (last one R-Evolution, with ex Black Sabbath Vinny Appice - 2014).

The band was formed back in the '80s. At the beginning the band was very much oriented towards Doom/Metal sounds such as: early Candlemass and Black Sabbath. After releasing just a few demos and featuring various musicians, in 1998 the members of the group decide to take a break for a while in order to experience different projects. (continue)

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Reviews / Interviews

Album: On the way back ( 2011 )

REVIEW

Date: July '11
Author: Corrado
Vote: 75%
Language: Italian
Website: http://www.powermetal.it
Direct link: click here

La My Graveyard Productions di Giuliano Mazzardi è una etichetta molto attenta alle realt? musicali del mondo metal italiano e questa volta ha rivolto la sua attenzione verso i Martiria che non sono certo gli ultimi arrivati all’interno della scena. La band romana, infatti, è nata nel 1987 per volere di Andy “Menario” Menarini, a tutt’oggi main man e unico superstite della line up originale. Una storia lunga 24 anni che ha subito uno stop tra il 1998 e il 2002 ma che, da quel momento in poi, è stata segnata dall’ uscita di 4 Cd’s. Il primo Cd’ intitolato “The Eternal Soul” (2004) presentava una band votata al Doom di Candlemass e Black Sabbath mentre i seguenti, tra i quali l’ultimo “On The Way Back” uscito il 17 luglio 2011, sono improntati a sonorità miste e contaminate da una spruzzata di Progressive (nell’attuale, ad esempio, c’è un vago sapore di Pink Floyd), genere preferito dal bassista Derek Maniscalco. La produzione a cura dello stesso Andy Menarini è buona ma le tastiere meritavano una maggiore evidenza alzando di poco il cursore del volume dello strumento sul mixer. L’unica canzone dove mi sono parse adeguate è “The Sower”. Non mi è dato sapere se ci troviamo di fronte ad un concept ma, vista la ciclicità e la ripetitività di tematiche Doom somiglianti su canzoni diverse, il Cd potrebbe ben rappresentare una storia completa. La formazione è completata dalla voce di Rick Anderson (già noto con il nome di Damien King III all’ epoca di un “Best Of” dei Warlord) e dal batterista Umberto Spiniello al quale a mio avviso è sfuggito qualche tocco fuori dal ritmo (giusto due o tre; una inezia). I testi sono dello scrittore e poeta Marco R. Capelli che collabora con i Martiria dal 2003 e può essere considerato con buona ragione come il quinto elemento. Che non siamo di fronte ad un Cd di solo Doom lo si evince già dal secondo brano intitolato “Drought”. In esso è presente un solo a due chitarre ben strutturato e, ascoltandolo a modo, mi è balenata in testa l’idea che il Cd si può adattare anche ai gusti di chi segue la musica di King Diamond e i successivi brani hanno rafforzato in me questa convinzione. La quinta canzone dal titolo “Ashes To Ashes” si piazza tra le migliori grazie a cambi, stacchi, e riprese, che passano attraverso generi come Hard, Epic, e Progressive non disdegnando un intervento acustico; il tutto viene miscelato con buon gusto e con sapienza. La gi? citata “The Sower” merita di essere messa in evidenza sia per l’uso degli strumenti che per il ritmo ora lento ora Doom e, a tratti, affine al simil Power. La voce di Rick in questo caso raggiunge toni più acuti del solito e la figura del Re Diamante si fa ancora più presente sopra a tutto per ciò che concerne la musica. Molto buono il lavoro di chitarre e batteria su “Gilgamesh” mentre una nota parzialmente positiva la rilascio a favore di “The Slaughter Of The Guilties” che, dopo una lunga fase di quiescenza, riesce a risvegliare l’interesse con il suo totale cambiamento del ritmo ottimo per lo sviluppo della canzone nel prosieguo. La parzialità di giudizio viene dal fatto che non tutte le fasi “legano” alla perfezione ma, come detto, il pezzo si rivela nel complesso interessante. Tirando le fila del discorso si sente che i Martiria suonano da parecchio tempo e a mio giudizio sono riusciti a rendere interessante un Cd che, se proposto solo con movenze lente e mortifere, avrebbe rischiato di cadere nello scontato e di annoiare l’ascoltatore.

© Corrado

 

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