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Shortly about us

Martiria is an epic/doom metal rock band formed back in the '80s and re-founded (after a long pause) in 2002. Seven album published (last one R-Evolution, with ex Black Sabbath Vinny Appice - 2014).

The band was formed back in the '80s. At the beginning the band was very much oriented towards Doom/Metal sounds such as: early Candlemass and Black Sabbath. After releasing just a few demos and featuring various musicians, in 1998 the members of the group decide to take a break for a while in order to experience different projects. (continue)

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Reviews & Interviews
Reviews / Interviews

Album: The Eternal Soul REISSUE ( 2013 )

REVIEW

Date: July '13
Author: Marcello Zinno
Vote: 70%
Language: Italian
Website: http://www.rockgarage.it
Direct link: click here

Resta il fatto che i brani dei Martiria, pur essendo fedeli ad uno stile proprio, suonano assolutamente trasversali, difficile provare noia o ripetizione nella loro proposta musicale.

I Martiria cavalcano letteralmente l’onda del power/epic metal italiano, non solo per gli ingomgranti nomi a livello internazionale con cui hanno collaborato in passato (Carl Sentance, Carlos Cavazo, Jeff Pilson e addirittura Vinny Appice) ma anche per le ultime idee sfornate a proprio nome. Già nel 2012 ci avevano letteralmente stupito con il concept album Roma S.P.Q.R. (la nostra recensione disponibile a questa pagina), costruito con tanta attenzione ed una maturità che non tutte le band, seppur longeve come loro, dispongono. E in attesa del nuovo capitolo discografico pronto sul finire del 2013, la band decide di ristampare un loro cavallo di battaglia ormai sold out da tempo: con l’aiuto della prolifica My Graveyard Produtions, The Eternal Soul (datato 2004), che sancì l’esordio della band, rivede la luce in una confezione doppia arricchita dal loro più recente show live al Play It Loud Festival. Una pubblicazione sicuramente interlocutoria, priva di inediti, ma che ricorda quanto abbiano realizzato i Nostri negli ultimi anni cercando di tenere alta la bandiera dell’heavy per lo più per chi è appassionato di sonorità ottantiane. L’album ovviamente risente di suoni e scelte compositive datate che non risalgono al 2004 ma affondano le radici decenni or sono cercando di ricostruire quell’atmosfera magicamente epica che alcuni hanno coniato (Ronnie James Dio docet). L’impatto resta ovviamente heavy/power, la radice sulla quale si ergono le idee del combo (il brano Arthur e il riffing iniziale di The Ancient Lord parlano da sole), ma gli inserti tastieristici spingono verso il passato. La produzione è (volutamente?!) scarna e vicina all’originale così da non tradire la percezione di chi l’album lo conosceva nella sua versione originale; questo sta semplicemente nella scelta di rimasterizzare l’album così come nella sua versione del 2004 e dare in questo modo la possibilità di acquistare l’uscita originale ai nuovi fan della band.

Resta il fatto che i brani dei Martiria, pur essendo fedeli ad uno stile proprio, suonano assolutamente trasversali, difficile provare noia o ripetizione nella loro proposta musicale. La ballad Babylon Fire ad esempio spezza la corsa: non si tratta di un semplice brano dai ritmi lenti ma di una vera composizione in cui i canoni emotivi della musica vengono stressati e portati fuori per ammaliare l’ascoltatore grazie anche ad una vena nostalgica. Questo imprinting non può durare a lungo, visto che la vena epica è nei Martiria sempre al servizio dell’heavy tirato e così a metà brano il panorama cambia e la potenza, mista ad una classe di primo livello, vengono fuori. La passione per l’epoca romana i Martiria l’ha sempre avuta, non solo per l’artwork che sembra anticipare il concept Roma S.P.Q.R., ma anche per il brano Romans And Celts, tipico trademark della band fatto di assoli, sei corde affilate e ritmi pacati per creare il giusto pathos. Noi li preferiamo in brani come The Soldier And The Sky e Celtic Lands, ricchi di ingredienti e di decisione che richiamano molto della tradizione epic metal tedesca.

Per quanto concerne il secondo album, ovvero l’estratto della loro esibizione al Play It Loud Festival di Bologna che risale al più recente 2009 si nota anche qui che i suoni sono rimasti originali, registrati e per nulla modificati prima della incisione, questo per enfatizzare la resa live della band. Grande attenzione viene data al meno recente album The Age Of Return del 2005 dal quale vengono estratte tre tracce, The Cross, Misunderstanding e la title track, mentre le altre quattro tracce sono equamente suddivide tra The Eternal Soul (2004) e Time Of Truth (2008). La carica che sprigiona la band è notevole, anche se alcune parti lente proprie del loro stile si combinano meno per una resa all’interno di un festival. Misunderstanding tiene ad esempio alta l’attenzione, più complessa per l’habitat live The Most Part Of The Men, sopra le righe Celtic Lands con i suoi assoli e il rifferama cattivo e in chiusura The Age Of The Return che offre un colpo di coda notevole, sia ritmico che melodico.

Quindi un’uscita utile per approfondire il doppio volto dei Martiria, quello in studio e quello live. Indipendentemente dalle vostre preferenze va riconosciuto il peso di questa band nel panorama epic/heavy nazionale e non.

© Marcello Zinno

 

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